Professioni sociali e competenze digitali: Una proposta per adeguare i percorsi formativi (Welforum, IT)

Che ci sia un gap formativo nei curricula dei percorsi universitari delle professioni sociali ce lo dicono i piani didattici, che contemplano solo (e nemmeno sempre) l’acquisizione di una manciata di crediti per le generiche competenze informatiche.

Ce lo dicono anche i professionisti stessi. Durante un workshop organizzato da Umanapersone nell’ambito del progetto Pharaon tenutosi a maggio 2021, un gruppo di 23 operatori/trici composto da diverse professionalità (assistenti sociali, educatori, psicologi, fisioterapisti, ecc.) ha assistito alla presentazione di soluzioni tecnologiche per la cura e l’assistenza della popolazione anziana proposte dal progetto stesso. Quasi la metà dei partecipanti ha dichiarato di non aver mai visto prima tali dispositivi, e il 90% di non aver mai incontrato nel proprio percorso di studi, o solo marginalmente, le tecnologie assistive (vedi grafici 1 e 2).

 

Grafico 1

Nonostante questo gap di conoscenza, il 95% dei partecipanti ha affermato che le soluzioni proposte rappresentano utili strumenti per il proprio lavoro.

Grafico 2

Le esperienze in vari progetti di ricerca e innovazione relativi all’uso di soluzioni hi-tech  dicono che l’operatore sociale non solo ha bisogno di acquisire competenze e know-how per un corretto e proficuo utilizzo degli strumenti, ma perché è chiamato ad assumere il ruolo di mediatore tecnologico nei confronti dell’utenza con cui si rapporta. È il tramite attraverso cui si trasferiscono le informazioni e le competenze digitali di base necessarie per una corretta interazione. Ed è facile dedurre che quanto maggiore sarà la fiducia e la sicurezza con cui integra le tecnologie nella propria attività, tanto migliore sarà la compliance dell’utente, e quindi l’efficacia dell’intervento che si appoggia su uno strumento digitale.

Una proposta possibile

Da quanto detto, formuliamo una prima ipotesi, oggetto di un prossimo approfondimento nell’ambito del progetto Pharaon, di arricchimento dei percorsi accademici con l’introduzione di un modulo specifico dedicato alla digitalizzazione e alle tecnologie assistive. I contenuti abbracciano aspetti salienti quali:

  • le tecnologie assistive e caratteristiche; tra le altre, robotica, sistemi di comunicazione e/o monitoraggio, sensoristica, piattaforme di gestione ed elaborazione dei dati;
  • l’innovazione dei processi/servizi; digitalizzazione e l’utilizzo di strumenti hi-tech nel ridisegno dell’intervento, nell’efficientamento delle risorse e nella personalizzazione, ecc.;
  • l’ambiente normativo della digitalizzazione; evoluzione continua degli aspetti etici, di privacy e di sicurezza; definizione delle migliori soluzioni possibili in termini di bilanciamento tra usabilità di un prodotto, sostenibilità economica ed organizzativa, e compliance;
  • la valutazione d’impatto; misurazione dell’efficacia degli interventi con parametri appropriati per la valutazione degli outcomes attesi, ecc.

Percorsi formativi così articolati richiedono interdisciplinarietà e ibridazione delle competenze professionali. È indispensabile che sguardi complementari affrontino congiuntamente le stesse sfide: competenze tecniche altamente specializzate devono lavorare a stretto contatto con i professionisti sociali e sanitari. La digitalizzazione, con tutte le potenzialità e le criticità che si porta dietro, chiede che questa collaborazione si attui già nella fase di acquisizione delle competenze e conoscenze di base.

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